Centro Psiche Donna > Fasi della donna > Gravidanza > Il parto come processo di costruzione di significati

Il parto come processo di costruzione di significati

Torna all'elenco degli articoli

Strumenti di aiuto

Quiz Multimediali
Come comportarsi quando si viene colti da ansie notturne? Come relazionarsi con [...]
La storia di Julia
Questo è il racconto di Julia, libera professionista di 30 anni, residente [...]

Consigli utili

Quiz Multimediali
Come comportarsi quando si viene colti da ansie notturne? Come relazionarsi con [...]
La storia di Julia
Questo è il racconto di Julia, libera professionista di 30 anni, residente [...]

il parto segna il primo processo di separazione di un altro individuo da sé; il dolore ha lafunzione protettiva, di marcare in modo deciso questa differenziazione, in quanto apertura alla nuova esperienza dell’incontro tra la madre e il suo bambino. A livello personale l’esperienza del dolore, con la modalità con cui è vissuto, rappresenta un evento da integrare nella propria maturazione: la donna attraversa uno sconvolgimento del proprio confine corporeo (dilatazione, apertura, anche lacerazione) e poi, dal punto di vista psichico, sperimenta il senso del proprio limite, il senso della perdita di controllo, la possibilità di scoprire come contenere le proprie sensazioni e le proprie emozioni dall’intensità ignota e imprevedibile. Alla sua conclusione assistiamo a una ricomposizione dell’esperienza nella sua globalità, attraverso la narrazione della storia personale, unica e irripetibile testimonianza che ha lo scopo di restituire coerenza alla donna e di vedere il bambino come persona e altro da sé.
D’altra parte, molte donne che hanno dovuto ricorrere al cesareo per motivi ostetrici, riportano un senso di inadeguatezza e di fallimento, senso di colpa, di nascita incompleta, senso di aver mancato al ruolo di partecipante attivo al parto. Ciò rimanda al modo con cui l’esperienza di parto mancato  è integrata poi nei propri significati personali e se si tenderà a valutare il proprio valore in termini di prestazione ottimale (il parto attivo spontaneo, “naturale”) nei confronti di se stessa e degli altri.

La paura del parto si chiama tecofobia: può essere presente un terrore del parto, fin dall’adolescenza, oppure può essere secondaria ad altre esperienze di parto precedenti, vissute in modo traumatico. La scelta di ricorrere al parto cesareo per paura del parto, coinvolge una certa quota di donne che hanno paura delle conseguenze del parto sul fisico (lacerazione, rottura, perdita dell’integrità fisica).

Le paure più frequenti, connesse all’intensità del dolore, riguardano:
la paura di perdere il controllo, d’impazzire, di alterare il proprio stato di coscienza, la paura di morire o di far morire il bambino, l’insicurezza sul proprio valore di donna.

Importanza di utilizzare i corsi di preparazione al parto: imparare a gestire il dolore in un percorso di crescita personale, difendersi dall’incognita dell’ambiente ospedaliero per ricreare un clima di fiducia e di competenza nella donna circa il proprio ruolo attivo; condividere bisogni e saperi con altre donne, con il fine ultimo di prevenire problemi fisici e psicologici; coinvolgere i compagni nel percorso di accompagnamento alla paternità.