Vivere la maternità: gli stili genitoriali

post-partumLa nascita di un bambino porta con sé aspettative, fantasie e rappresentazioni di sé come madri e della relazione col proprio bambino. Ogni donna, nello specifico, in base ai propri vissuti personali e psicologici, sviluppa uno stile materno. In particolare Raphael- Leff ha definito l’esistenza di 3 stili materni: quello della madre “facilitante”, quello della madre “regolatrice” e quello intermedio della “reciprocità”.

La madre definita “facilitante” concepisce la maternità come un’esperienza positiva, coglie principalmente i benefici che ne derivano, accetta la gravidanza e i cambiamenti che essa comporta, è pronta a diventare madre e si prepara gradualmente durante la gravidanza ad accogliere il neonato. La madre facilitante idealizza, in genere, la gravidanza e la maternità, non cogliendo possibili difficoltà o problematiche. Dopo il parto la neo-mamma dedica tutto il suo tempo e le attenzioni al piccolo, tende a rimandare il più possibile la ripresa dell’attività lavorativa ed è disposta a sacrificare i propri bisogni e desideri per il benessere del proprio figlio.
La madre “regolatrice”, invece, si mostra più intollerante nei confronti dei cambiamenti che la gravidanza e la maternità portano con sé, non accetta i cambiamenti corporei e gli impedimenti che ne derivano, considera il bambino un intruso che si impossessa del proprio corpo e che le impone di fermarsi o perlomeno di rallentare i ritmi e considera il parto come un’esperienza negativa e potenzialmente traumatica. Per questo motivo, dopo il parto cerca di riprendere il prima possibile l’attività lavorativa affidando le cure del bambino ad altre figure di riferimento.
In una posizione intermedia e ottimale si colloca, invece, lo stile materno della “reciprocità”: la gravidanza viene concepita come un’esperienza abbastanza positiva senza essere idealizzata e si riconoscono sia le emozioni positive legate all’assunzione del ruolo genitoriale e alla formazione di un proprio nuovo nucleo familiare sia quelle di stanchezza, fatica e rammarico per i cambiamenti che la nascita di un bambino comporta a livello personale, professionale e sociale. La neo-mamma fantastica sul bambino e si crea delle aspettative su come sarà ma senza esagerare per evitare di restarne delusa.
Riconoscere il proprio stile genitoriale può risultare utile nel momento in cui il periodo della gravidanza e del post-partum generano qualche malessere emotivo o psicologico nella donna e può risultare proficuo cercare di creare un compromesso tra le esigenze e i bisogni del piccolo e quelli altrettanto importanti della neo-mamma.

Date del corso pre-parto per l’anno 2015

Ecco le date dell’incontro “Gli aspetti psicologici e psicopatologici della gravidanza e del puerperio” per l’anno 2015:

  • Mercoledì 11 Febbraio 2015
  • mercoledì 11 Marzo 2015;
  • venerdì 24 Aprile 2015;
  • mercoledì 13 Maggio 2015;
  • mercoledì 17 Giugno 2015;
  • mercoledì 15 Luglio 2015;
  • mercoledì 16 Settembre 2015;
  • mercoledì 14 Ottobre 2015;
  • mercoledì 11 Novembre 2015;
  • mercoledì 9 Dicembre 2015.

Gli incontri si terranno presso l’Aula Universitaria del P.O.M.M. dalle ore 14 alle ore 15.30. Per info: telefonare allo 0263633313 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00.

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Gravidanza e post-partum: cosa accade nella mente dei neo-genitori

consigli utili_gravidanzaLa gravidanza e il post-partum costituiscono un periodo particolare nella vita della donna, i cui cambiamenti fisiologici e ormonali sono spesso oggetto di studio delle professioni sanitarie. Tuttavia, anche grandi cambiamenti e vissuti di natura psicologica caratterizzano e accompagnano la donna in questa fase delicata.

Dunque, cosa accade nella mente della donna quando scopre di essere incinta? E cosa avviene quando si distacca dal bambino al momento del parto? E la coppia come si modifica? Quali cambiamenti subisce la quotidianità?

A queste domande cercheremo di dare una risposta in questo articolo.
La Benedek ha definito la gravidanza come un evento psicosomatico caratterizzato da cambiamenti di natura sia fisiologica che psicologica. La Bibring, invece, ha definito la gravidanza una “crisi maturativa”, un processo in cui si riattivano conflitti legati al periodo infantile e si riattualizzano processi di identificazione con la figura materna. Secondo la Pines (1982), le neo-mamme in questa fase del ciclo vitale ridefiniscono la propria identità femminile, rivivono il processo di separazione-individuazione dalla propria madre avvenuto durante l’infanzia e sperimentano una duplice identificazione con la madre e il feto: sono allo stesso tempo figlie delle loro madri e madri dei loro figli.
Durante la gravidanza e il post-partum, la donna tende ad esperire un’alternanza di emozioni sia positive che negative: da un lato la gioia e la speranza, associate ad un desiderio di maggiore realizzazione personale e ad un completamento del rapporto di coppia e dall’altro l’ansia legata spesso a preoccupazioni e timori rispetto ai cambiamenti che avverranno nel post-partum, al momento del parto e al proprio ruolo genitoriale.
Molteplici risultano i cambiamenti che caratterizzano la donna e la coppia in questo periodo del ciclo vitale. Innanzitutto, nella donna si modifica a livello psicologico la propria immagine corporea: durante la gravidanza ci si trova a dover accettare l’aumento di peso e l’impossibilità, soprattutto negli ultimi mesi della gravidanza, di poter svolgere alcune attività fisiche che richiedono sforzi e fatiche; nel post-partum, invece, ci si trova a dover accettare la perdita della gravidanza e del bambino interno e a rinunciare ad alcuni vantaggi secondari della gravidanza (es: ricevere attenzioni particolari da familiari e sconosciuti); nel post-partum insorgono inoltre preoccupazioni legate al recupero della propria forma fisica.
Altri cambiamenti si verificano sia a livello sociale che psicologico: è importante accogliere il terzo all’interno della coppia, essere pronti ad assumere il proprio ruolo genitoriale e talvolta rinunciare alla propria libertà e allo stile di vita antecedente la nascita del bambino; è necessario riorganizzare le proprie giornate in base alle esigenze del bambino e accettare che, soprattutto nei primi tempi, il bambino richiederà molte attenzioni e molto tempo. Anche conciliare la carriera con le esigenze di un bambino piccolo può essere difficile da gestire e può generare ansia.
Durante la gravidanza, tutte le donne fantasticano sul proprio bambino, sul genere, sul nome, sull’aspetto fisico e si creano delle aspettative rispetto a quello che accadrà nel post-partum. In questo consiste il “bambino ideale”: esso indica che non solo esternamente ma anche nella propria mente si inizia a fare spazio al nascituro e si è predisposti ad accoglierlo nella quotidianità. Tuttavia in alcuni casi, le aspettative e le fantasie possono risultare eccessive e questo può comportare un senso di fallimento e una delusione molto alti nel momento in cui il bambino non risponde alle proprie previsioni. Dunque, è importante in questo caso trovare il giusto mezzo: fantasticare sul bambino, ma accettare che le aspettative potrebbero non essere corrisposte completamente.
Ma cosa accade nel partner e all’interno della coppia? L’arrivo di un bambino inevitabilmente sconvolge l’equilibrio familiare instaurato fino a quel momento ed entrambi i neo-genitori è importante che accolgano e che accettino sia a livello reale che immaginario l’arrivo di un terzo e il passaggio dalla diade alla triade. La nascita di un bambino richiede un processo di adattamento che coinvolge e interessa anche il neo-papà, nel quale avvengono riattivazioni legate alla propria infanzia e processi di identificazione con la figura paterna. Alcune ricerche hanno dimostrato che l’assunzione del nuovo ruolo genitoriale può ridurre il grado di soddisfazione e di benessere percepito dalla coppia. Il partner oltre a svolgere il ruolo genitoriale di padre costituisce un’importantissima figura supportiva per la donna e il sostegno reciproco e la divisione dei compiti possono essere fondamentali per la prevenzione di disturbi psichici del puerperio nella donna.
Una domanda che spesso ci si pone in gravidanza e maggiormente nel post-partum riguarda il proprio senso di adeguatezza e di competenza rispetto all’assunzione del ruolo genitoriale: Sarò una brava madre? Saprò comprendere i segnali del bambino? Saprò rispondere in modo adeguato? Si tratta di domande legittime alle quali ogni mamma darà una risposta differente a seconda del suo vissuto personale e della sua autostima. Un costrutto che consente di rispondere a questa domanda è quello relativo alla “self-efficacy, ossia quanto i genitori si percepiscono capaci di rapportarsi e di comportarsi in modo adeguato con il bambino; un livello di auto-efficacia piuttosto alto riduce i livelli di stress nel post-partum e aiuta ad accettare e ad affrontare con più facilità le difficoltà quotidiane.