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La sessualità in gravidanza

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La separazione della funzione riproduttiva della sessualità da quella del piacere, della comunicazione e del gioco fa sì che, in alcune coppie, dopo esser venuti a conoscenza della gravidanza, la sessualità subisca un’interruzione che perdura per molto tempo.
In gravidanza tendono a ridursi il desiderio sessuale, la frequenza dei rapporti, la soddisfazione, con possibili eccezioni che riguardano circa il 15% delle gravide.

In genere, questa riduzione riguarda soprattutto il primo e il terzo trimestre.

Il primo trimestre sia per gli eventuali malesseri fisici (es. le nausee, indolenzimento del seno, ecc), sia per i timori e l’incertezza della nuova condizione. Molte donne infatti ritengono erroneamente ancora oggi, che fare l’amore, soprattutto nei primi mesi di gestazione, possa provocare danni al feto o addirittura possa favorire un eventuale aborto. E’ da ricordare, che durante una gravidanza fisiologica non esiste alcun motivo medico per rinunciare ad avere rapporti sessuali. All’interno della pancia della mamma, il bambino è ben protetto dal liquido amniotico, dal sacco amniotico e dalle resistenti pareti uterine. Inoltre il canale cervicale, anche se può essere sollecitato dall’atto sessuale, è piuttosto robusto ed ha il suo ingresso sigillato da un tappo di muco; in nessun caso quindi l’organo maschile può entrare in contatto diretto con il feto durante il rapporto sessuale.

Il terzo trimestre sia per l’ostacolo fisico del pancione, che ha ripercussioni anche a livello psicologico sul come si percepisce la futura mamma, sia per le preoccupazioni legate al parto.

Il secondo trimestre di gravidanza è invece, in genere, il periodo più sereno anche dal punto di vista dell’intesa sessuale.